Come proteggere i cani dalla Processionaria: Guida completa

Processionaria nei cani: sintomi, rischi e trattamenti

La processionaria è uno dei rischi più gravi a cui vanno incontro i nostri Pastori Svizzeri Bianchi con l’arrivo della primavera e delle temperature più miti. In questa stagione amiamo ancora di più andare a fare lunghe passeggiate con i nostri animali domestici che, oltre ad essere soggetti alle problematiche tipiche delle stagioni calde (rischio di contrarre Filariosi tramite le zanzare o Leishmaniosi tramite flebotomi e l’arrivo di pulci e zecche) devono essere protetti anche dal contatto con laprocessionaria.

Cos’è la processionaria?

La processionaria è un bruco ricoperto di peli verdi o neri con una fascia sul dorso di color giallo prima della muta e in seguito marrone con delle inconfondibili striature.

Si tratta di un lepidottero della famiglia dei Notodontidae (Thaumenotopea Pityocampa); è un bruco distruttivo, peloso, estremamente urticante quando nel suo stadio larvale, molto diffuso in Europa, Nord Africa e Asia, che nidifica principalmente su pini e querce, che a marzo (ma anche per tutta l’estate) scende dagli alberi muovendosi “in processione” e che può anche essere letale per i nostri animali domestici.

Il suo nome è dato dal fatto che le sue larve si muovono in fila indiana o in formazione piramidale (a seconda della specie) formando una sorta di processione.

I peli fortemente urticanti e necrotizzanti, che causano le gravi reazioni allergiche tipiche della processionaria, possono trovarsi anche nell’aria: complici il vento, il passaggio del bruco stesso o le reazioni di paura del bruco che se avverte il pericolo semina ovunque le setoline di cui è ricoperto.

I peli, che si infiggono con estrema facilità nella pelle generando immediatamente un edema papuloso pruriginoso, possono riuscire a raggiungere anche le vie respiratorie e digestive.

Occorre prestare particolare attenzione in giardini, parchi e boschi, ma anche strade e marciapiedi prospicienti l’area in cui si trovano gli alberi su cui sono i nidi.

Il problema della processionaria è talmente esteso che nel 2007 è stato emanato un apposito Decreto Ministeriale che impone la lotta contro questo parassita. Non di rado capita che alcuni parchi cittadini vengano chiusi temporaneamente all’accesso pubblico per permettere la disinfestazione da processionaria che può causare problemi molto seri non solo agli alberi e agli animali, ma anche all’uomo.

Negli ultimi anni, in tutto il territorio della Toscana, è aumentata la diffusione delle processionarie del pino e della quercia.
Questo aumento, che si ripete periodicamente, rappresenta una variazione naturale dovuta a una serie di fattori (clima, presenza di nemici naturali, stato della vegetazione) che possono influire sulla nascita e la sopravvivenza degli insetti.

Ricordiamo che nel 2007 è stato emanato un apposito Decreto Ministeriale che impone la lotta alla processionaria nelle aree individuate come più a rischio pertanto, in caso di presenza di questo lepidottero nei nostri giardini, abbiamo l’OBBLIGO di provvedere alla disinfestazione.

Gli effetti della processionaria sui cani sono gravissimi.

Come dicevamo i suoi pelucchi sono fortemente urticanti.

Il cane può entrare in contatto con questi pelucchi andando a toccare direttamente l’animale (se lo tocca con la lingua una buona parte di questa andrà in necrosi) o semplicemente annusando il terreno su cui è passato ed ha rilasciato i suoi peli.

Non appena questi pelucchi entrano in contatto con la pelle qui si forma un edema pruriginoso che porta a gravi infiammazioni e molto spesso a necrosi delle parti (spesso la lingua) dell’animale che vi sono entrati in contatto.

La lingua si irrita e si gonfia fino ad andare, in poco tempo, in necrosi, e si scatenano anche altre gravi reazioni a occhi, mucose e vie respiratorie.

Si può perfino arrivare alla morte dei nostri animali domestici.

In che periodo in cui si presenta

Il periodo più pericoloso, quello in cui si avvista maggiormente la processionaria, è la primavera a partire da marzo-aprile (quando le stagioni seguono un decorso “naturale”) nel momento in cui dalle uova deposte sugli alberi l’estate precedente, all’interno di bozzoli, escono le larve che scendono lungo il tronco dell’albero, fino al suolo, per cercare un luogo dove introdursi sottoterra e formare la crisalide.

Tuttavia i pericoli della processionaria per i cani sussistono per l’intera estate.

Come riconoscerla

Per riconoscere la processionaria è necessario saperla distinguere dal classico bruco.
Le processionarie si spostano in gruppo, in fila indiana (se processionaria del pino) o in formazione piramidale (se processionaria della quercia) e avanzano alla costante ricerca di cibo.

Proprio il loro tipico modo di spostarsi ha dato origine al nome: processionaria.

I nidi di processionaria sono visibili anche a occhio nudo: si tratta di bozzoli di forma tondeggiante, ricoperti da filamento bianco, costruiti alle estremità dei rami degli alberi.

Come posso proteggere il mio cane dalla processionaria?

La cosa più semplice da fare è prestare molta attenzione al luogo in cui portiamo i nostri cani a passeggio: se nel posto in cui siamo sono presenti pini, querce a foglia caduca, castagni, faggi, betulle, cedri e noccioli, ma non sono presenti cartelli di avvenuta disinfestazione, nel periodo marzo-giugno è meglio non correre rischi e trovare un altro posto in cui portare i nostri animali domestici a correre.

Se però decidi di andare comunque in zone a rischio e di lasciare libero il tuo cane il mio consiglio è di prestare molta attenzione alla eventuale presenza di nidi sugli alberi e di far indossare al tuo cane una museruola per, in caso di incontro con processionarie, quantomeno limitare i danni.

Quali sono i sintomi del contatto con la processionaria nei cani

I sintomi più gravi del contatto della processionaria nel cane sono:

  • improvvisa e intensa salivazione, provocata dall’infiammazione della bocca
  • ingrossamento della lingua, a volte tale da soffocare l’animale
  • grave infiammazione di bocca, esofago e stomaco
  • distruzione del tessuto cellulare della parte di lingua venuta a contatto con i peli urticanti del bruco; il danno può arrivare a provocare processi di necrosi della lingua e della mucosa

I sintomi secondari del contatto con la processionaria sono:

  • debolezza dell’animale
  • febbre
  • rifiuto del cibo
  • vomito e diarrea (anche emorragica)

Bisogna tener ben presente che è facile confondere i sintomi da contatto con processionaria con i sintomi da avvelenamento.
Tutti i sintomi che può avere il cane sono legati ai peli urticanti della processionaria.
Il contatto delle mucose con il pelo urticante causa una violenta necrosi della zona colpita.

I peli possono localizzarsi nel naso, se vengono aspirati mentre il cane è intento ad annusare tra l’erba.
In questo caso l’irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l’asma).
Nella zona in cui il naso del cane è entrato in contatto con la processionaria possono verificarsi processi di necrosi.

I peli urticanti, se la processionaria viene toccata con la lingua, si localizzeranno nella bocca e nel resto della cavità orale.
In questo caso la reazione sarà un’ulcera nel punto di contatto che più avanti potrebbe andare in necrosi, con conseguente caduta di una parte della lingua stessa.

In questo caso, se la porzione colpita è piccola, l’animale non avrà grossi problemi, a parte il dolore iniziale, l’ipersalivazione e l’infiammazione acuta.

Se la zona di contatto sarà più grande la situazione potrà rivelarsi letale perché la lingua, gonfiandosi in modo spropositato potrà ostruire le vie respiratore e far morire il cane per asfissia.

Se la processionaria viene mangiata completamente dal cane o i peli raggiungono lo stomaco possono esserci ovviamente gravissime complicanze, con lesioni gastriche, vomito e diarrea con sangue e nei casi più gravi morte dell’animale.

È evidente che si tratti di una sintomatologia molto grave e potenzialmente letale.

In mancanza di un intervento immediato, le condizioni tendono a peggiorare rapidamente.
Per questo è fondamentale agire tempestivamente al fine di evitare un tracollo dello stato di salute del cane.

L’intervento, tuttavia, può risultare difficile a causa della scarsa specificità dei sintomi. La diagnosi, infatti, risulta abbastanza semplice solo se ci si accorge della presenza di processionarie, in caso contrario potrebbe essere complicato risalire alla radice del malessere che potrebbe essere scambiato per avvelenamento.

Esistono trattamenti o rimedi se il mio cane è stato esposto alla processionaria?

La prima cosa da fare se un cane mostra i segni del contatto con i peli della processionaria è quello di chiamare immediatamente il Veterinario.     
Nell’attesa il trattamento della processionaria per i cani prevede che tu elimini la maggior quantità possibile di peli urticanti dalla zona colpita. Quindi uno dei primi rimedi nella processionaria nei cani è quello di procedere con estrema velocità al lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato (il veleno della processionaria è a base acida, di conseguenza viene “disattivato” dal bicarbonato).

Il lavaggio va effettuato con una siringa senza ago per raggiungere le zone più impervie della bocca e delle zone circostanti.
Utilissimo quindi portare sempre con sé una bustina di bicarbonato da mischiare con l’acqua in dose di circa 2 cucchiai in 1/2 l di acqua.       
Quando procediamo al lavaggio della zona in cui è avvenuto il contatto con la processionaria dobbiamo fare molta attenzione a non far ingerire i peli urticanti al cane.
Bisogna però considerare che non si tratta di una pratica semplice perché l’animale sta soffrendo molto, sia per il bruciore, che per il progressivo rigonfiamento della lingua che gli provoca un forte senso di soffocamento.

Importante è utilizzare sempre dei guanti protettivi per effettuare il lavaggio.

Insisto: è ASSOLUTAMENTE NECESSARIO che tu chiami il Veterinario di fiducia.
In questi casi non bisogna perdere tempo, la tempestività è quanto mai essenziale per salvare il cane, limitando i danni.

A questo punto una volta raggiunto il tuo Veterinario, verrà valutata la lesione, se necessario saranno effettuati altri lavaggi in sedazione e un’immediata terapia antinfiammatoria cortisonica e un antibiotico di copertura.

Le lesioni possono inoltre essere trattate con gel locali.

Se i peli della processionaria fossero arrivati nello stomaco, il Veterinario consiglierà il ricovero immediato.

Passata la fase acuta la situazione dovrebbe pian piano migliorare, con il ritorno dell’appetito, la scomparsa del dolore e in alcuni casi la perdita della porzione della lingua venuta a contatto con la processionaria.

Purtroppo non esiste alcun mezzo di prevenzione processionaria in cani, se non la grande attenzione verso cosa annusa il cane, specialmente nel periodo che va da fine febbraio a fine maggio, nei luoghi in cui sono presenti molti pini.

 

 

Il ciclo vitale della processionaria

Il ciclo vitale della processionaria si suddivide in quattro fasi:

  • uovo
  • larva o bruco (fase giovanile durante la quale si alimenta mangiando le foglie)
  • crisalide (fase di trasformazione da larva a farfalla)
  • adulto o farfalla

La processionaria è un insetto che costruisce i nidi sui rami di molte piante giovani.
Trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppellito sotto terra.
Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto; trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova.
Ogni femmina di processionaria produce un “ammasso” di uova (il nido) che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante.  
Il nido, se costruito sui pini, ricorda nella forma e nelle dimensioni una noce di cocco, mentre quando è costruito sulle querce assomiglia vagamente ad una bisaccia. I nidi possono superare il metro di lunghezza e contenere fino a 300 uova completamente ricoperte da scaglie, provenienti dall’addome della femmina di processionaria, dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve.

Le larve sono lunghe circa 1-3 cm ed il loro corpo è ricoperto di peli gravemente urticanti e necrotizzanti che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento.

Questo è la fase del ciclo vitale della processionaria che è di maggior pericolo sia per i cani che per l’uomo ed altri animali, che per le piante. La processionaria è uno degli insetti più distruttivi. Nonostante la modesta dimensione, le larve sono dotate di forti mandibole in grado di fagocitare i duri aghi di conifera già subito dopo la nascita. In poco tempo spogliano completamente un ramo.

I bruchi di processionaria hanno un comportamento “gregario”, vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma in prossimità dell’inverno formano un nido in cui sverneranno per poi riprendere la loro attività in primavera. 
L’attività riprende quando iniziano i mesi caldi (marzo-aprile) e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, giunte a maturità, discendono dagli alberi. La discesa avviene sempre in fila indiana, e raggiunto il suolo si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo.
Quando lo trovano si interrano ad una profondità di circa 15 cm e si incrisalidano tutte insieme.

Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni (periodo di diapausa). Gli insetti, raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio-agosto escono dal bozzolo ed emergono dal suolo.

La processionaria adulta è una normalissima farfalla notturna dalla forma triangolare, con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio e con delle striature marroni.

Questa farfalla emette, solo in caso di minaccia, un liquido tossico e irritante.
La femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio. Le farfalle hanno una vita di non più di 2 giorni.    
Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio.  
Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova che a fine stagione (agosto-settembre) si schiudono, liberando nuove larve, che iniziano immediatamente la loro attività distruttiva delle piante in estate ed il ciclo ricomincia.

La processionaria nel suo stadio adulto, quindi dopo la trasformazione, è assolutamente innocua, ma durante lo stadio pre-crisalide, quando ancora è un bruco, è pericolosissima.

Nel mondo esistono diverse specie di processionaria, oltre 40 per l’esattezza, ma in Italia, le più comuni sono:

  • la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa)
  • la processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea)

entrambe pericolose per i cani e anche per l’essere umano.

La processionaria del pino è la Thaumetopoea pityocampa, comune nell’Europa meridionale, in Medio Oriente e anche in Africa settentrionale ed è la più comune in Italia.

Colpisce in particolare il pino nero e il pino silvestre, ma è facile trovarla anche presso larici e cedri.
È una specie invasiva e distruttiva capace di distruggere interi boschi di pini privandoli delle loro foglie (aghi).

Nella processionaria del pino i bruchi, usciti dal nido in cerca di alimentazione, si dispongono in fila indiana, in modo che la testa di uno venga a contatto con l’addome di quello che lo precede, formando così processioni lunghe anche parecchi metri.

È possibile che dallo stesso nido possano formarsi una o più processioni, anche con direzioni diverse.

La processionaria della quercia è la Thaumetopoea processionea, che vive sulle querce a foglia caduca come farnia, rovere, roverella e cerro.

Gli adulti della processionaria della quercia sono farfalle notturne molto simili alla processionaria del pino. La schiusa delle uova avviene in primavera.
Le loro larve sono di colore grigio bluastro e anch’esse fornite di peli altamente urticanti.
Questi bruchi compaiono in aprile, hanno un’attività più intensa nelle fasi crepuscolari e notturne del giorno e si spostano per alimentarsi formando processioni irregolari.
Durante il giorno le larve si riparano dentro nidi appiattiti costruiti sui grossi rami o alla base del fusto della pianta colpita dal parassita.

Concluso lo sviluppo larvale, avviene l’incrisalidamento entro un nido definitivo, solitamente posto lungo il tronco della pianta ospite (a differenza di quella del pino, la processionaria della quercia non incrisalida nel terreno, bensì in nidi costruiti, come detto, lungo il tronco della pianta ospite). La metamorfosi porterà ad una nascita di una nuova falena tra luglio e settembre.

La marcia nella processionaria della quercia è differente dalla marcia della processionaria del pino. La marcia della processionaria della quercia viene guidata da un bruco capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia, questi a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e ancora più indietro una formazione ordinata per quattro, e così via fintando che la processione si allarga anche con quindici-venti individui; dopo la massima ampiezza la processione decresce assottigliandosi man mano ad un solo individuo.

Entrambi i tipi di processionarie, una volta sazi tornano a riunirsi ripercorrendo la traccia sericea lasciata all’andata.

I problemi causati dall’insetto della processionaria della quercia sono equivalenti a quelli della processionaria del pino e di conseguenza sono medesimi i metodi di intervento contro tale insetto.

Come combattere i bruchi della processionaria

Se la processionaria è presente sugli alberi del nostro giardino il consiglio di base è sempre di rivolgersi alle autorità competenti o a ditte specializzate nella disinfestazione.

Tuttavia, per conoscenza, può essere interessante sapere che esistono diverse tecniche per debellare i bruchi di processionaria, dalla lotta meccanica all’utilizzo di insetticidi biologici.

I METODI DI LOTTA: In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria (Decreto Ministeriale 17.04.1998).
Questo pericoloso lepidottero può essere combattuto utilizzando diversi metodi: innanzi tutto con appositi pesticidi, coi quali sarà necessario irrorare le larve stesse e non i nidi: il bozzolo del nido di processionaria infatti neutralizza l’efficacia del pesticida. Per l’eliminazione delle larve morte, occorre comunque utilizzare la massima cautela; anche se il metodo migliore consiste certamente nel bruciarle, i residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti, perciò è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò, soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso e occhi). Altri metodi di lotta si possono classificare come segue:

Lotta meccanica

È possibile trattare gli alberi colpiti da processionaria tagliando i rami in cui sono presenti i caratteristici nidi e bruciando di conseguenza gli stessi. Questo metodo si rivela però rischioso in quanto si incorre spesso nella dispersione dei peli urticanti.

Un altro metodo consiste nella distruzione delle larve, tagliando le cime. Si avvolge il tronco con del cellofan (prima della discesa delle larve, che avviene in genere dalla seconda quindicina di febbraio alla prima quindicina di marzo), si distribuisce uniformemente della colla entomologica e la trappola viene sostituita quando è satura.
Questo espediente va ovviamente messo in atto prima della discesa delle larve, quindi tra la seconda metà di febbraio e la prima metà di marzo.

In tal caso è essenziale usare tutte le dovute precauzioni (guanti, occhiali, maschere ecc) e mettere a riparo i cani per qualche giorno.

Altro metodo è quello di piazzare un’apposita trappola ad imbuto alla base del tronco, al fine di raccogliere i bruchi per poi eliminarli con dell’insetticida specifico.

LOTTA GUIDATA: Obbligatoria (D.M. 30/10/2007) e consiste nell’uso di feromoni per catture massali.

Lotta biologica e tecnologica

La prima tecnica prevede l’uso di prodotti a base di Bacillus thuringiensis, ssp. kurstaki.

Questa tecnica risulta difficile da attuare, o molto costosa, quando gli esemplari di processionaria infestanti sono di grandi dimensioni. Inoltre, vista la presenza di nidi sericei a protezione delle larve di processionaria, non è detto che tutte vengano raggiunte dal bacillo.

La seconda tecnica prevede l’uso di trappole a feromoni (sessuali).
Queste trappole rappresentano il miglior metodo di contrasto al parassita.
Le trappole vengono posizionate tra giugno e luglio e servono a catturare in massa gli esemplari maschi.
L’efficacia è dovuta sia alla cattura dei maschi stessi, che non riescono più ad uscire dalla trappola, sia al disorientamento degli stessi ad opera degli ormoni sessuali femminili della trappola.
Le trappole si posizionano nei mesi di giugno e luglio, periodo di sfarfallamento degli esemplari adulti di processionaria, ed ogni 3-4 settimane necessitano del cambio della pastiglia del principio attivo.
Ogni 3-4 giorni la trappola deve essere controllata per vuotare il contenitore in cui vengono intrappolati i bruchi di processionaria.

Questo, al momento, si rivela il metodo più efficace tanto che è stato identificato come metodo obbligatori in Italia (D.M. 30/10/2007).

Interessante è l’impiego della Formica rufa, uno dei pochi nemici naturali di questo lepidottero.

Interventi chimici

Uso di larvicidi contro il bruco della processionaria, come il diflubenzuron.

Utilizzo delle armi da fuoco

Potrebbe essere efficace, ma solo nel periodo da dicembre a gennaio, quando le larve si riuniscono nei bozzoli per sopravvivere alle basse temperature grazie all’effetto di gruppo.

Non sono i pallini da caccia che le dovrebbero uccidere direttamente, ma il fatto che sparando il bozzolo si lacera. Da questa lacerazione penetrerebbe il freddo e l’abbassamento della temperatura ucciderebbe le larve di processionaria nei mesi successivi.

MA il metodo potrebbe essere efficace solo in zone in cui le temperature sono effettivamente molto basse per un periodo prolungato.

Oltre che essere inefficace questo sistema risulta anche essere pericoloso.

Lo sparo dovrebbe essere effettuato da distanze ravvicinate, cosa impensabile in ambiente urbano.

Inoltre, l’impatto dello sparo provoca la fuoriuscita e la dispersione dei peli urticanti contenuti all’interno del nido.

 

NOTA:
Gli esemplari morti, anche se bruciati, continuano ed essere urticanti, quindi è opportuno non disperdere le ceneri nell’ambiente e smaltire in modo opportuno, al massimo seppellendole ad una profondità tale che non possano essere facilmente disseppellite dai cani o da altri animali.

NIDO DI PROCESSIONARIA: DISINFESTAZIONE OBBLIGATORIA

La disinfestazione dei bruchi di processionaria in Italia è obbligatoria dal 2008, con l’entrata in vigore di un decreto ministeriale che stabilisce che “la lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo”. Deputati alla rimozione dei nidi di processionaria sono il Corpo forestale o professionisti della disinfestazione. Se la pianta infestata è in una proprietà privata la spesa della disinfestazione è a carico del proprietario del terreno.