Displasia dell'anca nei cani: tutto quello che devi sapere

Come prevenire la displasia dell'anca nei cani: consigli utili

Ricordiamo che, selezionando seriamente, sono da mettere in riproduzione solo i cani considerati, dal punto di vista veterinario, SANI!
Sono perciò considerati sani ad ammessi alla riproduzione i soggetti i cui risultati UFFICIALI delle lastre per displasia delle anche e dei gomiti corrispondano a

HD – displasia dell’anca: A – B – C
ED – displasia del gomito: 0 – Bl – 1

come evidenziato dallo schema sottostante

Prima ancora di entrare nel merito dell’argomento vi segnalo che a questo link trovate l’elenco completo e (più o meno) aggiornato delle certificazioni UFFICIALI dell’ASSENZA DI DISPLASIA dell’anca e di displasia del gomito dei nostri cani.

Certificazioni che poi potete anche trovare, con l’aggiunta di altre informazioni relative ai singoli soggetti, nelle loro rispettive pagine nella sezione “News Displasia”, divisi per cucciolate.

Per far sì che i nuovi soggetti nascano il più sani possibile è essenziale testare i genitori, prima di metterli in riproduzione, per queste patologie.

TUTTI i nostri cani vengono messi in riproduzione SOLO se i loro esami sanitari risultano ottimi.

Tabella dei Contenuti

Tra i problemi di anca nel cane quello di cui più si parla e che più spaventa i proprietari è la displasia. La displasia dell’anca è una malattia “ereditaria, poligenica e multifattoriale” (definizione da capire bene e da imparare a memoria).
È una delle due delle malattie ortopediche su base anche ereditaria (insieme alla displasia del gomito) che più frequentemente affliggono il cane durante il delicato periodo dello sviluppo e che condizionano poi tutta la sua vita.

È una delle due delle malattie ortopediche su base anche ereditaria (insieme alla displasia del gomito) che più frequentemente affliggono il cane durante il delicato periodo dello sviluppo e che condizionano poi tutta la sua vita.

Quelli della crescita sono, infatti, anni cruciali per il sistema scheletrico di un cucciolo, specie se appartenente a razze di taglia grande/gigante.

La displasia dell’anca nel cane è una malformazione dell’articolazione dell’anca, tale per cui, durante la crescita, si crea un gioco articolare eccessivo: la testa del femore non combacia più perfettamente con la cavità del bacino (cavità dell’acetabolo) che naturalmente la ospita, si deforma e l’acetabolo si appiattisce.

Diversi fattori (genetici, ambientali, traumatici e nutrizionali – ricordate? “poligenica e multifattoriale” -) possono in particolare convergere sull’anca, alterandone la corretta conformazione, ed avviando gravi danni degenerativi, comunemente noti con il termine di “artrosi”; tra queste la componente ambientale è decisamente importante.

Ai nostri giorni la displasia dell’anca nel cane costituisce il più comune problema nella stragrande maggioranza delle razze conosciute, le uniche a non esserne afflitte sono con tutta probabilità, quelle su cui non sono fatti controlli.

Presupposti fondamentali sulla displasia dell'anca

Tre sono i presupposti fondamentali se decidiamo di parlare di questa malattia:

  • La displasia dell’anca è una malattia che può trasmettersi geneticamente E la cui espressione viene modificata da fattori ambientali.
  • NESSUN allevatore può garantire che i propri cuccioli saranno geneticamente esenti da displasia dell’anca.
  • NESSUN allevatore è in grado di garantire che il cucciolo venduto a due mesi (o anche otto o più) non ne sia non affetto, e tanto meno geneticamente esente, fintanto che il cucciolo stesso non avrà effettuato i test di screening ufficiali (ad almeno un anno di età, compiuto)

In quest’ottica è fondamentale eliminare dalla riproduzione cani displasici, maschi o femmine che siano.

In via preventiva, l’importanza della selezione ha un’enorme significato perché ci permette di fare, per quanto possibile, prevenzione della displasia dell’anca nel cane.

Quando cercate un cucciolo DOVETE pretendere che gli allevatori vi mostrino l’esito UFFICIALE (che potete verificare dal referto della Centrale di Lettura, sull’originale del pedigree dei genitori del cucciolo o sul Libro Genealogico on-line di ENCI) delle radiografie di entrambi i genitori del cucciolo che state per portare a casa. A questo proposito vi invito a dare una lettura all’articolo con i consigli per la scelta dell’allevatore.

La displasia può essere causa di notevole disagio per il proprietario e di grande sofferenza per il cane colpito, limitandone pesantemente l’attività e compromettendone gravemente la qualità di vita.

Quali sono i sintomi della displasia dell’anca nel cane

Zoppie, rigidità, dolore, poca voglia di muoversi possono essere sintomi di displasia dell’anca in un cane e fanno scattare il campanello d’allarme. Se questi sintomi poi si notano intorno ai 5-8 mesi si può pensare ad una displasia.

Attenzione: proprio quella è l’età in cui più comunemente si presentano i sintomi della panosteite: una zoppia che appare molto rapidamente e di difficile localizzazione perché può migrare, con cicli di 2-3 settimane, da un arto all’altro; che è una autolimitante (di solito a risoluzione spontanea senza utilizzo di farmaci), che colpisce cuccioli tra i 5 ed i 12 mesi di età (ci sono segnalazioni fino ai 2 anni), che colpisce soprattutto quei cuccioli che crescono “in fretta” (attenzione all’alimentazione troppo proteica, che “spinge”) e che troppo spesso non viene presa in considerazione dai veterinari.

In caso di displasia dell’anca le conseguenze del graduale aggravamento della patologia saranno lussazioni, artrosi progressiva, zoppia e difficoltà sempre più marcate nella deambulazione.

In cani adulti o anziani i sintomi di displasia dell’anca saranno dovuti all’artrosi e saranno rigidità specialmente “a freddo”, limitazioni del movimento e scarsa voglia di muoversi.

Cause e concause

Essendo, come dicevamo, una malattia polifattoriale, la causa è anche genetica: le displasie si ereditano, si trasmettono cioè dai genitori ai figli e a trasmetterle non sono solo i cani visibilmente displasici. Possono farlo purtroppo anche genitori che, pur essendo apparentemente sani, sono in realtà portatori nel proprio DNA di alcuni dei tantissimi (oltre 100) geni per la displasia e, dunque, sono potenzialmente in grado di trasmetterla alle generazioni future.

Per questo motivo, è fondamentale che gli Allevatori selezionino attentamente i soggetti destinati alla riproduzione, controllandone il profilo genetico e valutandone attentamente il maggior numero possibile di parenti e discendenti.

Alla predisposizione genetica possono sommarsi altri fattori, che aggravano l’espressione della displasia e/o ne accelerano il decorso. La componente ambientale influisce davvero molto su questo problema.

Vediamo in che modo la componente ambientale può contribuire allo sviluppo di questo problema.
Tra i fattori di rischio, un ruolo di primo piano spetta all’alimentazione.

Per la displasia dell’anca, sono sotto accusa in particolare le diete ipercaloriche ed iperproteiche. Regimi dietetici di questo genere provocano nei cuccioli, specie di taglia grande e gigante, un incremento del peso assai più rapido di quello previsto dallo sviluppo naturale della razza e, nel contempo, determinano un’accelerazione della crescita ossea, non controbilanciata da uno sviluppo proporzionale dei necessari supporti muscolari e legamentosi (fatto questo che sovente porta allo svilupparsi di un disturbo della crescita – panosteite – che una volta superato non lascerà nessuna traccia, ma che sul momento sarà di grande fastidio per il cucciolo/cucciolone).

Altri fattori che possono aggravare una displasia sono: l’esercizio fisico esagerato, in soggetti ad esempio avviati troppo precocemente ad intense attività sportive o di lavoro; eventuali traumi (maggiormente per quanto concerne la displasia del gomito) cui i cuccioli sono particolarmente esposti per loro naturale vivacità; possibili malattie ossee concomitanti.

Conseguenze

L’artrosi è un’inevitabile conseguenza della displasia.

Con l’andar del tempo ed il continuo movimento, la conformazione alterata provoca, infatti, l’usura delle cartilagini che rivestono e proteggono le facce ossee contrapposte di queste articolazioni. Ed è a causa dell’artrosi che accompagna la displasia che il cane comincia ad avvertire dolore, riduce la sua attività fisica, zoppica e fatica a muoversi.

Inoltre, nel tentativo di limitare il dolore a carico dell’articolazione, sposterà il peso sugli arti anteriori, oppure utilizzerà entrambe le zampe posteriori durante la corsa, con un’andatura detta “a salti di coniglio” (attenzione: i cuccioli giovani, che ancora non sono ben coordinati, spesso si muovono con andatura a coniglietto. Aspettate a farvi prendere dal panico).

La sintomatologia alle volte è fin troppo evidente ma troppe altre volte viene fraintesa e “confusa” con quella che invece è una semplice panosteite o con una andatura poco salda tipica di un cucciolino.

 

Un proprietario informato, attento e consapevole è una pedina ESSENZIALE per prevenire queste displasie e controllare l’artrosi che ne deriva.

Come si diagnostica la displasia dell'anca nel cane

Una diagnosi precoce consente di mettere in atto trattamento e cura per la displasia dell’anca nel cane quanto prima per poterne contrastare e limitare il più possibile lo sviluppo.

Per una diagnosi di displasia dell’anca del cane certa è necessario eseguire un esame radiologico delle articolazioni coxo-femorali. Il tutto va eseguito con il cane in anestesia generale. Per questo, a mio avviso, per prima cosa occorre verificare che non ci troviamo di fronte ad una comune panosteite.

Quali sono i trattamenti disponibili per la displasia dell'anca nel cane

Premesso che ogni soggetto è un caso a sé, una volta diagnosticata con certezza ci sono tanti trattamenti per la displasia dell’anca nel cane che possono aiutarci.

Ad oggi l’intervento chirurgico per la displasia dell’anca del cane non è l’unica possibilità.

Le opzioni disponibili, da prendere in considerazione sulla base di quella che è la diagnosi per quel singolo soggetto specifico, sono la terapia preventiva, conservativa, quella chirurgica e quella rigenerativa.

Con “terapia preventiva” si intende l’evitare l’alimentazione troppo ricca o scarsa di nutrienti che riduca (in caso di cani sovrappeso) o mantenga costante (in caso di cani che a causa di una errata alimentazione crescono troppo in fretta) il peso corporeo del cane, così da evitare il gravare di peso eccessivo sulle articolazioni.

I Veterinari ricorrono spesso alla terapia conservativa, con terapie farmacologiche, fisioterapiche e fitoterapiche che mirano a ridurre il peggioramento dell’artrosi, dei picchi infiammatori e del dolore, in caso di cani che presentino già alterazioni artrosiche.

L’intervento chirurgico per la displasia dell’anca del cane viene effettuato in caso di grave displasia, in cui l’articolazione è compromessa.
La terapia rigenerativa sfrutta le cellule staminali (in grado, replicandosi e differenziandosi, di rigenerare tessuti ed organi) o il plasma arricchito di piastrine (le piastrine, liberando i fattori di crescita, stimolano la guarigione dei tessuti danneggiati)

Regole da applicare per la prevenzione della displasia dell’anca nel cane

Scegliere cuccioli figli di genitori esenti

Quando si decide di acquistare un cucciolo, specie se appartenente ad una razza predisposta alla displasia, è importante rivolgersi ad Allevatori seri ed affidabili, che utilizzino riproduttori esenti da displasia dell’anca e del gomito.

Per questo esistono le Centrali di Lettura (CeLeMaSche, FSA) per il controllo ufficiale di tali patologie del cane. Questi organismi valutano la radiografia dei soggetti impiegati per la riproduzione, verificano i segni radiografici della malattia e rilasciano un apposito certificato, con valore ufficiale sul grado della displasia o sulla sua assenza.

Attenzione: le Centrali di Lettura valutano la radiografia tal quale, come la ricevono: da ciò risulta evidente come sia importantissimo che le lastre per la certificazione di assenza della displasia dell’anca e del gomito vengano eseguite da un Veterinario veramente esperto in questo tipo di esami, oltre che certificato dalla Centrale di Lettura stessa.

Quando acquistate un cucciolo è importante richiedere all’allevatore copia del certificato ufficiale di assenza di displasia dell’anca riferito ai genitori del cucciolo stesso, anche se non c’è mai la certezza che tutti i cani che hanno genitori senza displasia siano anch’essi liberi da displasia dell’anca.

Regolare l’alimentazione

I cuccioli a rischio (quindi tutti quelli di razza grande o gigante) devono essere alimentati con diete appropriate, specificatamente formulate in base alla loro taglia, all’età, e al tipo di vita che conducono.

In particolare, sono da evitare gli eccessi energetici e le esagerate integrazioni in minerali e vitamine.

L’ipernutrizione, infatti, si rivela un fattore di grave danno per le articolazioni in crescita: sia perché il sovrappeso grava esageratamente sulle giunzioni in sviluppo, sia per gli squilibri di natura metabolica che l’ipernutrizione può provocare, a discapito della corretta trasformazione della cartilagine in osso.

Controllare l’esercizio fisico

Il livello ed il tipo di attività fisica devono essere assolutamente adattati su misura allo stato delle articolazioni del cane in crescita.

Cuccioli di taglia grande o gigante, quindi a “rischio displasia” dovrebbero evitare regimi di allenamento o impegni agonistici e/o di lavoro troppo intensi, in modo da ridurre l’uso eccessivo ed incontrollato delle fragili articolazioni in crescita.

Prevenire l’artrosi

Prevenire l’artrosi è la chiave di un approccio di successo ai soggetti displasici.

Spesso, infatti, poche settimane o pochi mesi di incongruenza articolare possono portare l’artrosi a livelli tali da invalidare il successo di interventi di prevenzione della displasia dell’anca nel cane, e costringere a chirurgie di salvataggio, spesso invasive e non sempre efficaci.

Per aiutare i cuccioli predisposti alla displasia a ridurre il rischio di grave artrosi, possono essere utili i condroprotettori: sostanze che, se somministrate con razionalità, tempestività e costanza consentono di proteggere e rinforzare la cartilagine.

Così facendo, i condroprotettori possono aiutare a ridurre lo sviluppo dell’artrosi.
In ogni caso, sarà il veterinario di fiducia a stabilire precisi protocolli di controllo basati ad esempio sulla combinazione dei condroprotettori con il controllo dell’alimentazione (e, dunque, del peso dell’animale) ed un’attività fisica regolare.

Quali razze di cani sono più a rischio di sviluppare la displasia dell’anca

Le razze più a rischio di sviluppo di displasia dell’anca sono indubbiamente quelle di taglia grande o gigante per le quali il peso grava maggiormente sull’apparato scheletrico.

• Alano
• Bovaro
• Bulldog
• Corso
• Dogue de Bordeaux
• Golden Retriever
• Labrador Retriever
• Mastino Napoletano
• Pastore tedesco
• Rottweiler
• San Bernardo
• Setter
• Terranova

Contrariamente a quanto comunemente pensano le persone i meticci NON sono esenti da displasia, lo sono tanto quanto lo sono tutti gli altri cani 🙂

Classificazione FCI della displasia dell'anca

Grado A: nessun segno di displasia dell’anca (HD 0/ HD –).
La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il bordo craniolaterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta netto ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore. Quando inoltre il bordo craniolaterale circonda leggermente la testa del femore in direzione laterocaudale, la conformazione articolare viene definita “eccellente” (A1).

Grado B: articolazione dell’anca quasi normale (HD 1 / HD +/-).
La testa del femore e l’acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° oppure il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale con congruità della testa del femore e dell’acetabolo.

Grado C: leggera displasia dell’anca (HD 2 / HD +).
La testa del femore e l’acetabolo appaiono incongruenti, l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 100° e/o il bordo craniolaterale risulta appiattito. Possono essere presenti irregolarità o segni minori di modificazioni osteoartrosiche a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale o della testa e del collo del femore.

Grado D: media displasia dell’anca (HD 3 / HD ++).
Incongruità evidente tra la testa del femore e l’acetabolo con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è superiore a 90°. Saranno presenti un appiattimento del bordo craniolaterale e/o segni di osteoartrosi.

Grado E: grave displasia dell’anca (HD 4 / HD +++).
Sono presenti modificazioni marcate di tipo displastico delle anche, come lussazione o sublussazione distinta, un angolo acetabolare secondo Norberg inferiore a 90°, un evidente appiattimento del margine acetabolare craniale e deformazione della testa del femore (a forma di fungo o appiattita) o la presenza di altri segni di osteoartrosi.