Displasia del gomito nei cani: una guida completa per i proprietari

Prevenire la displasia al gomito nei cani: consigli utili

Ricordiamo che, selezionando seriamente, sono da mettere in riproduzione solo i cani considerati, dal punto di vista veterinario, SANI!
Sono perciò considerati sani ad ammessi alla riproduzione i soggetti i cui risultati UFFICIALI delle lastre per displasia delle anche e dei gomiti corrispondano a

HD – displasia dell’anca: A – B – C
ED – displasia del gomito: 0 – Bl – 1

come evidenziato dallo schema sottostante

Prima ancora di entrare nel merito dell’argomento vi segnalo che a questo link trovate l’elenco completo e (più o meno) aggiornato delle certificazioni UFFICIALI dell’ASSENZA DI DISPLASIA dell’anca e di displasia del gomito dei nostri cani, certificazioni che poi potete anche trovare, con l’aggiunta di altre informazioni relative ai singoli soggetti, nelle loro rispettive pagine nella sezione “News Displasia”, divisi per cucciolate.

Per far sì che i cuccioli nascano il più sani possibile è quindi opportuno testare i genitori, prima di metterli in riproduzione, per queste patologie.

TUTTI i nostri cani vengono messi in riproduzione SOLO se i loro esami sanitari risultano ottimi.

Tabella dei Contenuti

Tra i problemi di gomiti nel cane quello di cui più si parla e che più spaventa i proprietari è la displasia. La displasia del gomito è una malattia “ereditaria, poligenica e multifattoriale” (definizione da capire bene e da imparare a memoria).
È una delle due delle malattie ortopediche su base anche ereditaria (insieme alla displasia dell’anca) che più frequentemente affliggono il cane durante il delicato periodo dello sviluppo e che condizionano poi tutta la sua vita.
Quelli della crescita sono, infatti, anni cruciali per il sistema scheletrico di un cucciolo, specie se appartenente a razze di taglia grande/gigante.

Presupposti fondamentali sulla displasia del gomito

Tre sono i presupposti fondamentali se decidiamo di parlare di displasia del gomito nel cane:

• La displasia del gomito è una malattia che può trasmettersi geneticamente E la cui espressione viene modificata da fattori ambientali.
• NESSUN allevatore può garantire che i propri cuccioli saranno geneticamente esenti da displasia del gomito.
• Nessun allevatore è in grado di garantire che il cucciolo venduto a due mesi (o anche otto o più) sia non affetto, e tanto meno geneticamente esente, fintanto che il cucciolo stesso non avrà effettuato i test di screening ufficiali (ad almeno un anno di età, compiuto)

In quest’ottica è fondamentale eliminare dalla riproduzione cani displasici, maschi o femmine che siano.
In via preventiva, l’importanza della selezione ha un’enorme significato perché ci permette di tenere sotto controllo, per quanto possibile, questo problema.

Quando cercate un cucciolo DOVETE pretendere che gli allevatori vi mostrino l’esito UFFICIALE (che potete verificare dal referto della Centrale di Lettura, sull’originale del pedigree dei genitori del cucciolo o sul Libro Genealogico on-line di ENCI) delle radiografie di entrambi i genitori del cucciolo che state per portare a casa. A questo proposito vi invito a dare una lettura all’articolo con i consigli per la scelta dell’allevatore.

La displasia può essere causa di notevole disagio per il proprietario e di grande sofferenza per il soggetto colpito, limitandone pesantemente l’attività e compromettendone gravemente la qualità di vita.

Cos'è la displasia del gomito nel cane

La displasia del gomito è una malformazione scheletrica del periodo dello sviluppo, tale per cui le tre ossa (radio, ulna e omero) che compongono questa articolazione crescono in modo disarmonico tra loro, ed asincrono in lunghezza.

Il risultato è la comparsa di diverse condizioni patologiche, tutte accompagnate da dolore, zoppia e sviluppo di artrosi.

Il gomito del cane è costituito da un’articolazione di tipo mobile, formata da una cavità articolare interposta a superfici lisce e rivestite di cartilagine. Questa cavità è riempita dalla sinovia, un liquido lubrificante.

I capi ossei presenti nell’articolazione del gomito sono rappresentati dalla porzione distale dell’omero e dalla porzioni prossimali di radio e ulna.

I segmenti ossei hanno una capsula articolare comune, rinforzata anteriormente da un legamento membranoso.
Vi sono poi due legamenti collaterali, uno mediale (faccia interna) e uno laterale (faccia esterna), il legamento anulare del radio e il legamento obliquo.

I muscoli e i tendini: i tendini del brachiale e del bicipite e i muscoli flessori ed estensori di carpo ed avambraccio.
La displasia del gomito è una malformazione articolare dovuta allo sviluppo anomalo dell’articolazione del gomito. Ciò comporta la formazione di artrosi.

È una malattia cronica e debilitante, ereditaria poligenica e multifattoriale, sulla quale influiscono notevolmente diversi fattori (ambientali, nutrizionali, accrescitivi). Provoca degenerazione dell’articolazione con artrosi progressiva, limitazione dell’ampiezza dei movimenti, dolore cronico.

Quante manifestazioni presenta

Esistono quattro diverse manifestazioni possibili:

UAP: mancata unione del processo anconeo
FCP: frammentazione del processo coronoideo mediale
OC: osteocondrite omerale laterale
INC: incongruenza articolare

Il coefficiente di ereditarietà per quanto riguarda la displasia del gomito è maggiore che nella displasia dell’anca.

L’aspetto fondamentale della displasia del gomito è rappresentato dall’osteocondrosi, ovvero da una carenza dell’ossificazione encondrale a livello di cartilagine di coniugazione e articolare, tipica del periodo di rapido accrescimento.

Si tratta di un processo degenerativo a carico della cartilagine e dell’osso.

Le regioni ossee interessate sono le fisi (zone di accrescimento) e le cartilagini articolari.
I soggetti più colpiti sono i cani di grande taglia e gigante in accrescimento.

Quali sono i fattori che possono influire sulla displasia del gomito

Genetici: sono importanti soprattutto in relazione al rapido accrescimento osservato in cani con rapido e grande sviluppo scheletrico e muscolare (infatti è difficile riscontrare osteocondrosi in soggetti con peso inferiore ai 25 kg).
Inoltre nei soggetti di sesso maschile l’incidenza è doppia o tripla rispetto a quella riscontrata nelle femmine, le quali hanno una velocità di crescita inferiore.

Alimentari: fondamentale la corretta alimentazione, specie per i soggetti di taglia grande e gigante in cui non si deve ricercare una crescita troppo veloce: l’eccessivo incremento del peso corporeo, determina una forza di carico che va a gravare su articolazioni e strutture muscolo-scheletriche ancora inadeguate ed immature; come diretta conseguenza avremo uno stato di sofferenza dell’intera articolazione e una predisposizione ai fenomeni degenerativi che sono alla base della displasia del gomito.
Nella displasia del gomito in tutte le sue forme il fattore nutrizionale maggiormente sotto accusa è il calcio. Le diete eccessivamente ricche di calcio possono infatti interferire con la corretta maturazione delle cartilagini di accrescimento e, di conseguenza, ripercuotersi sulla crescita in lunghezza delle ossa del gomito.

Ormonali: causato da disfunzioni ormonali, o per causa di ormoni.

Altri fattori: eccessivo esercizio fisico (sport inadatti o iniziati a praticare troppo precocemente), eventuali traumi (è un attimo che un cucciolo scivoli e si fratturi un gomito – vd. il caso della nostra Eva), altri problemi ossei o strutturali che possono far sì che il carico non sia correttamente distribuito andando ad inficiare anche le parti scheletriche sane.

Quali sono i sintomi della displasia del gomito nel cane

Zoppie, accompagnata a volte da rotazione esterna delle zampe, difficoltà ad appoggiare il peso sull’arto interessato anche da fermi, dolore, deviazione dei gomiti all’interno, possono essere sintomi di displasia del gomito in un cane e fanno scattare il campanello d’allarme. Se questi sintomi poi si notano intorno ai 5-8 mesi si può pensare ad una displasia.

Attenzione: proprio quella è l’età in cui più comunemente si presentano i sintomi della panosteite: una zoppia che appare molto rapidamente e di difficile localizzazione perché può migrare, con cicli di 2-3 settimane, da un arto all’altro; che è una autolimitante (di solito a risoluzione spontanea senza utilizzo di farmaci), che colpisce cuccioli tra i 5 ed i 12 mesi di età (ci sono segnalazioni fino ai 2 anni), che colpisce soprattutto quei cuccioli che crescono “in fretta” (attenzione all’alimentazione troppo proteica, che “spinge”) e che troppo spesso non viene presa in considerazione dai veterinari.

La sintomatologia alle volte è fin troppo evidente ma più numerose volte fraintesa e “confusa” con una panosteite o con una andatura poco salda tipica di un cucciolino: per una diagnosi di displasia al gomito del cane certa è necessario eseguire un esame radiologico delle articolazioni in due differenti proiezioni: Medio-Laterale flessa e Dorso Palmare obliqua con angolo di rotazione di 15°, da eseguire con il cane in anestesia generale. Per questo, a mio avviso, per prima cosa occorre verificare che non ci troviamo di fronte ad una comune panosteite.

I risultati vengono interpretati dalle Centrali di Lettura Ufficiali (CeLeMaSche, FSA) , che assegnano il loro giudizio.

Attenzione: le Centrali di Lettura valutano la radiografia tal quale, come la ricevono: da ciò risulta evidente come sia importantissimo che le lastre per la certificazione di assenza della displasia dell’anca e del gomito vengano eseguite da un Veterinario veramente esperto in questo tipo di esami, oltre che certificato dalla Centrale di Lettura stessa.

Come si diagnostica la displasia del gomito nel cane?

Una diagnosi precoce consente di mettere in atto cura e trattamento per la displasia del gomito nel cane quanto prima per poterne contrastare e limitare il più possibile lo sviluppo.

Per una diagnosi di displasia del gomito del cane certa è necessario eseguire un esame radiografico specifico. Il tutto va eseguito con il cane in anestesia generale. Per questo, a mio avviso, per prima cosa occorre verificare che non ci troviamo di fronte ad una comune panosteite

Quali sono le opzioni di trattamento per la displasia del gomito nel cane?

Il trattamento di cura per displasia al gomito del cane varia in funzione dell’età e della gravità della patologia.

Nelle forme lievi si adotta una “terapia preventiva”: si tiene sotto controllo l‘alimentazione evitando gli eccessi (in caso di cani che a causa di una errata alimentazione crescono troppo in fretta) e si evitano gli eccessi anche nelle attività fisiche che andrebbero a gravare troppo sulle articolazioni e si tiene monitorato lo sviluppo dell’articolazione stessa.

Nelle forme più gravi è possibile eseguire un intervento chirurgico per curare la displasia del gomito del cane.

Regole da applicare per la prevenzione della displasia del gomito nel cane

Scegliere cuccioli figli di genitori esenti

Quando si decide di prendere un cucciolo, specie se appartenente ad una razza predisposta alla displasia, è importante rivolgersi ad allevatori seri ed affidabili, che utilizzino riproduttori esenti da displasia dell’anca e del gomito.
Per questo esistono le Centrali di Lettura (CeLeMaSche, FSA) per il controllo ufficiale di tali patologie del cane. Questi organismi valutano la radiografia dei soggetti impiegati per la riproduzione, verificano i segni radiografici della malattia e rilasciano un apposito certificato, con valore ufficiale sul grado della displasia o sulla sua assenza.
Quando acquistate un cucciolo è importante richiedere all’allevatore copia del certificato ufficiale di assenza di displasia del gomito riferito ai genitori del cucciolo stesso, anche se non c’è mai la certezza che tutti i cani che hanno genitori senza displasia siano anch’essi liberi da displasia del gomito.

Regolare l’alimentazione

I cuccioli a rischio (quindi tutti quelli di razza grande o gigante) devono essere alimentati con diete appropriate, specificatamente formulate in base alla loro taglia, all’età, e al tipo di vita che conducono.
In particolare, sono da evitare gli eccessi energetici e le esagerate integrazioni in minerali e vitamine.
L’ipernutrizione, infatti, si rivela un fattore di grave danno per le articolazioni in crescita: sia perché il sovrappeso grava esageratamente sulle giunzioni in sviluppo, sia per gli squilibri di natura metabolica che l’ipernutrizione può provocare, a discapito della corretta trasformazione della cartilagine in osso.

Controllare l’esercizio fisico

Il livello ed il tipo di attività fisica devono essere assolutamente adattati su misura allo stato delle articolazioni del cane in crescita.

Cuccioli di taglia grande o gigante, quindi a “rischio displasia” dovrebbero evitare regimi di allenamento o impegni agonistici e/o di lavoro troppo intensi, in modo da ridurre l’uso eccessivo ed incontrollato delle fragili articolazioni in crescita.

Prevenire l’artrosi

Prevenire l’artrosi è la chiave di un approccio di successo ai soggetti displasici.

Spesso, infatti, poche settimane o pochi mesi di incongruenza articolare possono portare l’artrosi a livelli tali da invalidare il successo di interventi per la prevenzione di displasia del gomito del cane e costringere a chirurgie di salvataggio, spesso invasive e non sempre efficaci.

Per aiutare i cuccioli predisposti alla displasia a ridurre il rischio di grave artrosi, possono essere utili i condroprotettori: sostanze che, se somministrate con razionalità, tempestività e costanza consentono di proteggere e rinforzare la cartilagine.
Così facendo, i condroprotettori possono aiutare a ridurre lo sviluppo dell’artrosi.
In ogni caso, sarà il veterinario di fiducia a stabilire precisi protocolli di controllo dell’artrosi secondaria alla displasia, basati ad esempio sulla combinazione dei condroprotettori con il controllo dell’alimentazione (e, dunque, del peso dell’animale) ed un’attività fisica regolare.

Un proprietario informato, attento e consapevole è una pedina ESSENZIALE per prevenire queste displasie e controllare l’artrosi che ne deriva.

Classificazione FCI della displasia del gomito

ED 0 –> per un gomito perfetto
ED BL –> per minime alterazioni articolari
ED 1 –> se gli osteofiti sono inferiori a 2mm
ED 2 –> se sono presenti osteofiti fra 2 e 5mm, o se c’è fusione incompleta del processo anconeo
ED 3 –> presenza di osteofiti maggiori di 5mm, o UAP o FCP o OCD conclamate

Classificazione FCI – IEWG della displasia del gomito

Grado 0: gomito normale; non si riscontrano alterazioni;

Grado I°: artrosi leggera; è presente una formazione di osteofiti di ampiezza inferiore a 2mm; e/o appare un aumento di sclerosi dell’osso subcondrale nella regione della parte distale dell’incavo trocleare dell’ulna; e/o appare uno scalino evidente tra la testa del radio e la parte caudale dell’incavo trocleare nella proiezione sagittale;

Grado II°: artrosi moderata; è presente una formazione di osteofiti di ampiezza tra 2 e 5 mm;

Grado III°: artrosi grave; è presente una formazione di osteofiti di ampiezza superiore a
5 mm; l’evidenza di un processo coronoideo mediale frammentato, di una OCD del condilo mediale o di una mancata unione del processo anconeo comportano il grado III° indipendentemente dal grado di artrosi presente; anche i cani sottoposti ad interventi chirurgici per patologie del gomito da sviluppo devono essere classificati come Grado III°, se l’intervento eseguito è dimostrabile.

Per la displasia del gomito in Italia i controlli sono fortemente raccomandati ma non sono al momento obbligatori per la maggior parte delle razze.