panosteite

Panosteite (panosteite eosinofilica o enostosi)

Si tratta di una patologia autolimitante: in grado di andare incontro a risoluzione spontanea senza il necessario utilizzo di farmaci. Interessa in genere soggetti fra i 5 ed i 12 mesi di età, anche se ci sono segnalazioni fino ai 2 anni. Colpisce soprattutto quei cuccioli che crescono “in fretta”, nella fase della crescita.

In prevalenza sono colpiti cani di razza grande e gigante; soprattutto Pastore tedesco (e quindi anche Pastore Svizzero Bianco) e prevalentemente di sesso maschile.

La causa è ignota; probabilmente si tratta di un problema polifattoriale.
Sono state chiamati in causa infezioni virali, vaccinazioni, fattori nutrizionali, fattori genetici. È stata notata comunque un’incidenza maggiore in certe razze e famiglie.

Sintomatologia

La panosteite si manifesta con una zoppia che appare molto rapidamente e di difficile localizzazione dato che può migrare, con cicli di 2-3 settimane, da un arto all’altro. Questa caratteristica fa sì che il proprietario rimanga abbastanza confuso, poiché quando si reca dal veterinario non sa bene con quale arto il suo cane “zoppica”.
Può anche intervallarsi a periodi di assoluta normalità nella deambulazione.
Gli arti anteriori sono quelli più frequentemente colpiti, ma 1 volta su 2 vengono successivamente coinvolti anche gli arti posteriori. Nei casi più gravi, quando sono colpiti più segmenti ossei il cane si rifiuta di alzarsi e di camminare.
Spesso, nella fase acuta, si può costatare un innalzamento della temperatura corporea, fino ad arrivare alla febbre.

panosteite

La malattia si evolve generalmente in 1-6 mesi, con crisi acute di qualche settimana. Possono esserci intervalli di tempo senza alcun sintomo. La prognosi è solitamente favorevole. Normalmente il tempo che intercorre tra due attacchi aumenta progressivamente.

La visita clinica è fondamentale perché molte patologie di questa fascia di età hanno manifestazioni simili. Mentre la panosteite ha una evoluzione assolutamente benigna e autolimitante, le altre possono essere molto più importanti.

L’unico modo per far diagnosi è la radiografia a completamento della veterinaria. Durante la visita, in genere, il cane manifesta dolore alla palpazione di tutte le articolazioni.
L’esame radiografico individua molto bene le diversità in corrispondenza del forame nutritivo delle ossa ed un addensamento midollare che continuerà ad esserci comunque per qualche mese dopo la risoluzione della zoppia.
Praticamente nelle lastre si vede un addensamento della densità nella parte centrale delle ossa lunghe che non hanno mai contorni netti.

Segni radiografici

Fase iniziale: lieve aumento della radiodensità.
Fase intermedia: marcato aumento della radiodensità.
Fase tardiva: scomparsa delle aree radiodense.

Non esiste una terapia specifica, se non la classica terapia antiflogistica; questa aiuta anche nella riduzione del dolore durante le fasi acute. L’attività fisica deve essere regolamentata.
Ovviamente come tutti i farmaci esistono effetti collaterali: gli antinfiammatori in genere evocano una demineralizzazione ossea; il loro utilizzo dovrebbe essere limitato il più possibile.

Di massima importanza sono
– una corretta alimentazione non eccessiva
– evitare integratori a base di calcio
– far svolgere al cane attività fisica limitata, tranquilla, non sportiva e assolutamente priva di eccessi di sollecitazione ossea (corse, salti e passeggiate troppo lunghe).

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