periodo di socializzazione

Il periodo di socializzazione è il quarto dei periodi sensibili del cucciolo di Pastore Svizzero.
Questo periodo va dalla terza-quarta settimana di vita ai quattro mesi di età ed è il periodo più importante nello sviluppo caratteriale di un cane.

Preparatevi, perché sarà un articolo lungo e forse, per certi versi, noioso…

e tenete ben presente che è proprio in questa fase che, spesso, hanno inizio la maggior parte dei problemi nel rapporto tra uomo e cane.

Un po’ di fredda teoria:

La socializzazione è il fenomeno di acquisizione di caratteri sociali attraverso una serie di esperienze che modificano lo sviluppo di un individuo.

È il periodo più importante per lo sviluppo cognitivo–comportamentale del cane. È il periodo in cui si costruisce la relazione, la strutturazione dei comportamenti, la capacità di relazionarsi con i conspecifici.

In questo periodo si ha una socializzazione primaria ed una socializzazione secondaria

La socializzazione primaria

Intorno alla 4° settimana si ha l’impregnazione, con il riconoscimento dei conspecifici come qualcosa che filogeneticamente è già conosciuto. Un cucciolo di cane sa come è fatto un altro cucciolo di cane e lo riconosce dal primo istante in cui lo vede.
Il cucciolo, deve imparare ad interagire con i suoi conspecifici nelle più svariate circostanze per diventare un soggetto equilibrato in grado di comunicare bene. Ed in questo momento è di grande aiuto, a questo scopo, la presenza in allevamento di altri cani equilibrati e “competenti”.

A partire dalle terza e fino all’ottava settimana si ha l’identificazione del cucciolo nella specie cane.

Ma questa fase di socializzazione dovrà protrarsi anche oltre. È bene che il cucciolo anche in seguito (anche fino ad un anno e mezzo di età) abbia molte opportunità di incontrare altri cani, giovani o adulti, con cui continuare ad apprendere a rapportarsi. Così come nell’uomo, anche nel cane si hanno adolescenza, pubertà, maturità sessuale prima e sociale poi; in tutte queste fasi la psiche del cane si modifica così come si modificano le esigenze sociali a cui deve saper rispondere. E imparerà a farlo solo con l’esperienza.

In questa fase, come non mai, anche noi dovremo imparare a non essere iperprotettivi e a lasciar fare al cucciolo le proprie esperienze. A volte queste esperienze potranno essere poco piacevoli (come la rimbrottata di un cane adulto) ma lo aiuterannno a crescere.

La socializzazione secondaria

Dalla quinta alla settima settimana di età si ha la conoscenza interspecifica. Un cucciolo di cane quando vede per la prima volta un uomo o, ad es, un gatto, non ha idea di cosa possa essere. Nella memoria filogenetica del cucciolo quel tipo di informazione è assente.
Nota: una mancata socializzazione secondaria (quindi anche con l’uomo) protratta fino alla decima-dodicesima settimana sarà quasi certamente non recuperabile.

Veniamo adesso alla parte meno noiosa 

Come abbiamo già detto i cuccioli hanno un patrimonio cognitivo-comportamentale modificabile ontogeneticamente. I cuccioli sono quindi capaci, grazie all’esperienza, di adattarsi all’ambiente in cui vivono che spesso è quello caotico e difficilissimo (già per noi, figuriamoci per un animale) delle città.

Sono soprattutto secondo e terzo mese di vita ad incidere profondamente sullo sviluppo del cucciolo. Più numerose e positive saranno le esperienze fatte, tanto più i cuccioli diventeranno cani sicuri di sé, solari e fiduciosi.

Al contrario, le cose non conosciute entro i quattro mesi potranno facilmente venir considerate poi dal cucciolo (prima) e cane (dopo) come elementi pericolosi.

Questo NON è un passaggio automatico: ci sono cani cresciuti in ambienti poveri di stimoli (deprivati) che una volta portati in città non hanno nessun problema. Ma questa NON È ASSOLUTAMENTE una cosa comune. Tutt’altro. In quel caso si può parlare di doti caratteriali geneticamente OTTIME, ma non comuni.

In generale, per quanto riguarda i cani deprivati, possiamo inoltre dire che minore sarà il numero di stimoli a cui sono stati sottoposti in fase di socializzazione, minore sarà la loro possibilità di recupero e quindi peggiore sarà il loro modo di percepire il mondo esterno e di conseguenza la loro vita.

Il ruolo dell’allevatore nel periodo della socializzazione

Un ruolo fondamentale è giocato da chi si occupa del cucciolo. Troppo spesso i cuccioli intimiditi o aggressivi (aggressività da paura) a causa di una mancata socializzazione vengono addirittura confortati dai proprietari. In questo modo essi pensano di trasmettergli il loro senso di protezione mentre in realtà, nella mente del cane, non fanno altro che confermargli che quello di cui hanno paura è veramente pericoloso! (“se anche il mio padrone mi rassicura significa che qui la faccenda si mette davvero male!” )

In questi casi solo un TEMPESTIVO lavoro di recupero comportamentale può essere di aiuto.
Ricordiamoci sempre che la finestra di socializzazione si chiude a quattro mesi.
Quindi c’è tempo fino a quattro mesi per impegnarci a risolvere. Quel che verrà fatto oltre questo limite temporale risulterà, purtroppo, in gran parte vano.

Nel periodo di socializzazione è importantissimo il ruolo svolto dall’allevatore del cucciolo.

I cuccioli vengono adottati solitamente intorno alle otto settimane, quindi quando il periodo dello sviluppo in cui si verifica l’approccio volontario e senza paura ad uno stimolo nuovo è già finito.
In quel momento il cucciolo deve aver già fatto associazioni esperienziali positive. Devono anche essersi compiuti positivamente i processi di abituazione a determinati stimoli che poi il cane incontrerà nella sua vita futura.

L’area cuccioli nel periodo della socializzazione

Nei loro primi due mesi di vita i cuccioli devono essere esposti ad una enorme varietà di stimoli ambientali, manipolazioni, incontri con persone di età e sesso differenti… Ma questa esposizione deve avvenire CORRETTAMENTE e gradatamente. Uno stimolo percepito ed assimilato nella maniera scorretta verrà “registrato” (come del resto qualsiasi altra esperienza negativa) dal cucciolo come qualcosa di negativo e questa immagine potrà lasciare una traccia significativa.

La nostra area cuccioli è molto ben attrezzata: ogni “gioco” è posizionato, per vicinanza, intensità o altro, con un preciso criterio. Ogni cosa deve stimolare certi comportamenti ma non deve inibirne altri. Deve creare le giuste motivazioni, senza frustrazione. Tutta questa attenzione per far sì che i nostri cuccioli una volta andati nelle loro nuove case oltre a rendere i loro “padroni” felici, gli diano anche la possibilità di compiere le attività (anche sportive) desiderate.
Cuccioli dalla mente correttamente “aperta”.

Cos’altro succede…

Il cane in questo periodo aumenta progressivamente l’interesse verso il mondo esterno. I cuccioli dapprima imparano ad interagire in modo migliore con gli altri cani, poi lo faranno con le persone ed in seguito anche con gli ambienti esterni.

L’inizio dell’attività esplorativa

Tra la terza e la quinta settimana abbiamo il periodo dell’esplorazione e proprio introno alla quinta settimana i cuccioli correranno come scalmanati tutti insieme.

Tra la terza-quarta settimana e la sesta-settima sembra che non stia succedendo niente di particolare. In realtà si accentuano i progressi avvenuti durante il periodo di transizione. Il contatto con la madre inizia a diminuire mentre aumentano le interazioni di gioco con i fratelli e quindi i segnali sociali. I cuccioli iniziano a scodinzolare, camminare spediti, emettere dei segnali posturali, sollevare un arto anteriore, mostrare la voglia di giocare, essere aggressivi con i fratellini, ringhiare loro e morderli….

Lo svezzamento e la gerarchia alimentare

Questo è anche il periodo dello svezzamento e con lo svezzamento compare la gerarchia alimentare.
I piccoli imparano dagli adulti, soprattutto dalla madre, che non ci si avvicina per primi al cibo. Se questa regola non viene rispettata vengono corretti con leggeri colpi di muso e, a volte, nelle razze morfologicamente più vicine al lupo come il Pastore Svizzero, l’adulto prende in bocca tutta la testa del cucciolino. Di fronte a questo gesto il cucciolo a sua volta si rilassa, si getta all’indietro e accetta la dominanza dell’adulto.
Si ristabiliscono gli equilibri.

In questo modo il cucciolo impara l’utilità della reazione di paura.
Nel contempo aumenta la sicurezza del successo immediato dei gesti di pacificazione, oltre al rispetto della gerarchia alimentare.

L’inibizione al morso

A volte i cuccioli, giocando con forza con i fratellini, li mordono al punto di farli guaire.

È questo il momento in cui apprendono l’inibizione al morso: devono cioè imparare a controllare la forza che mettono nel morso stesso.

A cinque-sei settimane iniziano a spuntare i dentini. Quando i cani mordicchiano giocando la pressione è legata alla loro eccitazione, non esiste il controllo. Se un cucciolo morde il fratello e questo piange, il pianto suscita una reazione della madre che interviene e ringhia al responsabile.
Si instaura un sistema: il cucciolo che morde fa piangere il fratello, interviene la madre con un ringhio, il cucciolo che ha morso sente il ringhio della madre e allenta immediatamente la presa… Successivamente, quando dovesse far male ad un altro fratello, appena lo sentirà piangere saprà che arriverà la madre a sgridarlo ed allenterà la presa.

Il morso inibito è determinante durante gli scontri tra due cani. Il più forte afferra con i denti l’altro per controllarne le reazioni ma lo lascia subito quando l’avversario assume una posizione di sottomissione. Se non ci sono problemi comportamentali o condizioni di vita disturbate dall’uomo, è molto difficile che si creino combattimenti mortali tra i cani.

La madre gioca un importantissimo ruolo anche in questo caso. La mamma è l’elemento moderatore che insegna ai piccoli a controllare i morsi quando gioca con loro. Le sue “lezioni” servono anche a favorire il controllo motorio, cioè la capacità del cucciolo di dominare la propria motricità. Il piccolo sembra instancabile, gioca sempre fino a crollare dal sonno. Prende le orecchie, la coda e tutto ciò che riesce a mordicchiare della mamma finché questa, alla fine, lo afferra con i denti, ringhia forte e lo tiene fermo fino a quando il cucciolo smette di muoversi. Appena si ferma lo lascia.

È questa un’altra tappa fondamentale.
Ci si è accorti che i cuccioli a cui manca questo periodo di maturazione possono sviluppare un quadro clinico piuttosto grave definito sindrome da ipersensibilità e iperattività. Questa sindrome è tipica dei cani che reagiscono al minimo rumore e hanno una motricità priva di coordinazione.

Come NON dobbiamo intervenire

Durante queste correzioni da parte della madre la cosa più sbagliata che possiamo fare è spaventarci ed intervenire. Il nostro intervento al momento sbagliato non farà altro che ostacolare l’apprendimento della risposta corretta.

Spesso addirittura il cucciolo viene preso in braccio e confortato, togliendogli così l’opportunità di imparare l’importanza dei segnali di pacificazione. Oltre a ciò, di nuovo, viene premiata una risposta di paura che quindi ai suoi occhi risulterà vincente e da rimettere in atto.

Il periodo tra le sette e le otto-dieci settimane è di nuovo un periodo delicato.

Come abbiamo visto, è una fase di transizione tra uno stato emozionale di curiosità e nel contempo di paura.
Alle sette settimane la curiosità è al suo culmine. I cuccioli non hanno timore di niente e permettono quindi l’introduzione di stimoli a più forte impatto.

MA

Proprio a questa età corrisponde anche l’inizio del periodo sensibile per lo sviluppo della paura. In questo periodo uno stimolo che dovesse essere registrato come “negativo” potrebbe rimanerlo per il resto della vita.
Bisogna quindi, di nuovo, porre particolare attenzione perché in realtà la maggior parte delle paure sono paure indotte: dovute, cioè, ad una mancata e/o errata e/o traumatizzata socializzazione.

L’importanza della prima visita dal veterinario

Per l’appunto questo è anche il momento di effettuare la prima vaccinazione!
Il veterinario ha dunque la responsabilità di assicurarsi che questa sia un’esperienza positiva, piacevole e comunque non traumatica. …non sempre è così, purtroppo…
Questa può diventare una prima occasione per il cucciolo per apprendere in che modo le varie espressioni comportamentali di paura possono riuscire a far ottenere la completa attenzione del proprietario.
Con tutti gli inevitabili effetti negativi conseguenti ad un rinforzo involontario di un comportamento non voluto. Se invece la vaccinazione viene eseguita in modo “positivo” può diventare un’esperienza molto utile sia per il cucciolo che per il proprietario stesso.

Il distacco

Tra l’ottava e la decima settimana di vita si ha la sospensione della produzione dell’ormone di appagamento da parte della madre. Negli ultimi tempi i cuccioli sono già autosufficienti (hanno iniziato lo svezzamento intorno ai 25 giorni quindi non sono più dipendenti dal latte materno). Adesso i cuccioli vanno dalla madre più per effetto dei feromoni calmanti materni, che per fame.

È pertanto questo il periodo meno traumatico per il distacco dalla madre e dai fratelli e per l’adozione ed il trasferimento del cucciolo nella casa definitiva.

Il cosiddetto “periodo di socializzazione” prosegue da adesso in poi in mezzo al mondo.

Iniziamo a pensare all’educazione del cucciolo

È a questo punto molto molto importante “educare” il cucciolo per farlo diventare un bravo cane in un mondo di umani e cani.
L’addestramento consiste nell’insegnare al piccolo alcune capacità che per lui non hanno significato, ma che gli saranno utili per poter convivere con l’uomo.

L’educazione deve seguire un preciso percorso, sempre connesso alle sue capacità d’apprendimento e tenendo ben presente che alcune competenze sono più facili da imparare ad una particolare età.

È importante, nell’apprendimento, seguire un calendario. Ci sono momenti migliori o peggiori per insegnare un determinato comportamento ad un cucciolo.
Il cucciolo in alcuni momenti della sua vita ha nel suo sistema nervoso una grande capacità d’apprendimento: sono le fasi di maturazione di alcune strutture neurologiche, chiamate periodi critici e sicuramente bisogna approfittare di tali periodi.

L’ambiente quindi gioca un ruolo MOLTO IMPORTANTE nell’educazione del cane tanto che può arrivare ad annullare le predisposizioni genetiche.

Per questo è FONDAMENTALE rivolgersi a un bravo allevatore, che crescerà, FIN DAL PRIMO ISTANTE, i cuccioli nel modo corretto.

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Periodo prenatale: dai 38-45 giorni di gestazione fino alla nascita

 

Periodo neonatale: prima e seconda settimana di vita, dalla nascita fino all’apertura degli occhi (10-14 gg)


periodo neonatale cucciolo pastore svizzero

Periodo di transizione: terza settimana di vita, dall’apertura degli occhi fino alla comparsa del riflesso di trasalimento (circa 20 gg)
periodo transizione cucciolo pastore svizzero

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