tributo al cane

Tributo al cane

tributo al cane

con la speranza che l’uomo possa imparare l’amore attraverso gli occhi del suo cane

“Signori della giuria, il migliore amico che un uomo abbia a questo mondo può rivoltarsi contro di lui e diventargli nemico.
Il figlio e la figlia che ha allevato con cura amorevole possono rivelarsi ingrati.
Coloro che ci sono più vicini e più cari, ai quali affidiamo la nostra felicità e il nostro buon nome, possono tradire la loro fede.
Il denaro si può perdere, e ci sfugge di mano proprio quando ne abbiamo più bisogno.
La reputazione di un uomo può essere sacrificata in un momento di sconsideratezza.
Le persone che sono inclini a gettarsi in ginocchio per ossequiarci quando il successo ci arride possono essere le prime a lanciare il sasso della malizia, quando il fallimento aleggia sulla nostra testa come una nube temporalesca.

Il solo amico del tutto privo di egoismo che un uomo possa avere in questo mondo egoista, l’unico che non lo abbandona mai, l’unico che non si rivela mai ingrato o sleale è il suo cane.
Signori della giuria, il cane resta accanto al padrone nella prosperità e nella povertà, nella salute e nella malattia.
Pur di stare al suo fianco, dorme sul terreno gelido, quando soffiano i venti invernali e cade la neve. Bacia la mano che non ha cibo da offrirgli, lecca le ferite e le piaghe causate dallo scontro con la rudezza del mondo.
Veglia sul sonno di un povero come se fosse un principe.
Quando tutti gli altri amici si allontanano, lui resta.
Quando le ricchezze prendono il volo e la reputazione s’infrange, è altrettanto costante nel suo amore come il sole nel suo percorso nel cielo.
Se la sorte spinge il padrone a vagare nel mondo come un reietto, senza amici e senza una casa, il cane fedele non chiede altro privilegio che poterlo accompagnare per proteggerlo dal pericolo e lottare contro i suoi nemici, e quando arriva la scena finale e la morte stringe nel suo abbraccio il padrone e il suo corpo viene deposto nella terra fredda, non importa se tutti gli altri amici lo accompagneranno; lì, presso la tomba, ci sarà il nobile cane, con la testa fra le zampe e gli occhi mesti, ma aperti in segno di vigilanza, fedele e sincero anche nella morte.”
Nel 1869 il Senatore degli Stati Uniti Vest sostenne in giudizio le ragioni di Charles Burden, del villaggio di Big Creek, . Il cane da caccia di Buden, Drum era stato ucciso con diversi colpi di pistola da suo cognato Samuel Ferguson. Ferguson aveva sparato solo perché Drum era entrato nella proprietà e si rifiutava di risarcire Burden.
Burden portò allora la controversia davanti al tribunale della Contea di Johnson chiedendo un risarcimento di 50 dollari. 50 dollari era il massimo all’epoca consentito dalla legge a titolo di indennizzo del danno patrimoniale e soprattutto morale.
Vest esordì in giudizio asserendo che avrebbe “vinto la causa o chiesto scusa a ogni cane del Missouri”. Quindi, il 23 settembre 1870 Vest pronunciò l’arringa finale alla giuria. L’orazione che sarebbe divenuta celeberrima, sotto il nome di “Eulogy on the dog” (elogio al cane; nota anche come “Tribute to the dog”, tributo al cane).
La commovente orazione di Vest permise a Burden la vittoria della causa. La giuria ne accolse pienamente la domanda, accordandogli il risarcimento di 50 dollari. Hornsby impugnò la sentenza, ma la Corte suprema dello Stato del Missouri confermò la condanna.

 

 

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